Che spazio creare in terapia? Una riflessione sulla trasformazione con Janina Fisher

pubblicato il 26 giugno 2025

In terapia, ci sentiamo spesso sotto pressione

Come clinici, possiamo percepire l’urgenza di trovare la risposta giusta, formulare l’interpretazione chiave, offrire la strategia corretta. È una spinta comprensibile, soprattutto quando lavoriamo con il dolore, il trauma, la frammentazione. Eppure, come ci ricorda Janina Fisher, la vera trasformazione non nasce dalla certezza. Nasce dalla curiosità.

Atteggiamento curioso del terapeuta

Nel suo libro Guarire i sé frammentati dei sopravvissuti al trauma, Fisher sottolinea quanto sia fondamentale che il terapeuta mantenga un atteggiamento curioso, non giudicante, compassionevole. Non per una forma di passività o neutralità sterile, ma perché questa attitudine apre lo spazio affinché il paziente non viva sé stesso come “sbagliato”. Lontano da etichette, diagnosi e interpretazioni premature, il terapeuta curioso non cerca subito un senso, ma lo accoglie quando si rivela. È questa sospensione del giudizio – spesso controintuitiva – che consente al sistema nervoso del paziente di rilassarsi, regolarsi, esplorare.

La potenza della pausa

In molte delle sue formazioni, Janina Fisher parla del potere delle pause mindful, quei micro-momenti in cui il paziente entra in contatto con un frammento di sé, una reazione corporea, un’affiorante consapevolezza. È in questi istanti che qualcosa si integra.

Un pensiero nuovo si affaccia.

Una memoria si collega a un’emozione.

Un sintomo si ricollega al suo significato originario. 

Queste pause non sono “vuoti” nella seduta, ma anzi punti densi, intensi, nei quali il cambiamento inizia a prendere forma.

Curiosità e regolazione: la finestra si apre

Aprirsi alla meraviglia – invece che alla paura o alla certezza – è un atto profondo di regolazione del sistema nervoso.

Nel modello di Janina Fisher, radicato nella Sensorimotor Psychotherapy, la co-regolazione terapeuta-paziente gioca un ruolo centrale: è attraverso lo sguardo curioso, la voce accogliente e la presenza non minacciosa del terapeuta che il paziente può allargare la propria finestra di tolleranza.

In altre parole, curiosità e sicurezza procedono insieme. Dove c’è la possibilità di esplorare senza giudizio, il corpo può rilassarsi, il trauma può essere osservato senza essere rivissuto, e la mente può fare nuove connessioni.


Dott. Charbel Farah - Psicologo


Riferimenti

  • Fisher, J. (2021). Healing the Fragmented Selves of Trauma Survivors: Overcoming Internal Self-Alienation.
    Trad. it. Guarire la frammentazione del sé. Come integrare le parti di sé dissociate dal trauma psicologico.
  • Fisher, J. (2023). Transforming the Living Legacy of Trauma: A Workbook for Survivors and Therapists. PESI.
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