Identity Jet Lag - quando il Natale mette in crisi chi siamo diventati

pubblicato il 29 dicembre 2025

Introduzione

Il Natale è spesso rappresentato come un tempo di calore, appartenenza e continuità. Eppure, per molte persone, le festività diventano un periodo emotivamente faticoso, segnato da disagio, irritabilità, tristezza o senso di estraneità. Non di rado i pazienti portano in seduta frasi come: “Quando torno a casa per Natale mi sento diverso da come sono durante l’anno”, oppure “È come se tornassi indietro nel tempo”. Una delle chiavi concettuali più utili per comprendere questo fenomeno è quella di identity jet laguna forma di disallineamento identitario che emerge quando i contesti relazionali del presente entrano in collisione con versioni passate del Sé. 

Cos’è l’Identity Jet Lag

Il termine identity jet lag non indica una diagnosi clinica, ma un costrutto psicologico descrittivo sempre più utilizzato in ambito clinico e divulgativo per indicare: uno stato di disorientamento soggettivo che si verifica quando l’identità attuale di una persona entra improvvisamente in un contesto che richiama ruoli, aspettative e rappresentazioni del Sé non più coerenti con il suo sviluppo attuale. Il riferimento metaforico al jet lag è particolarmente efficace: così come il corpo impiega tempo per riallinearsi a un nuovo fuso orario, anche l’identità può entrare in uno stato di “sfasamento” quando viene riportata bruscamente in un contesto relazionale del passato. 

Identità come processo, non come struttura fissa 

Dal punto di vista psicologico, l’identità non è un’entità statica, ma un processo dinamico e contestuale, che si costruisce nel tempo attraverso: 

  • relazioni significative
  • ruoli sociali
  • narrazioni autobiografiche
  • esperienze emotive ripetute

La ricerca sul Sé narrativo (McAdams) e sull’identità dialogica (Hermans) mostra come ciascuno di noi mantenga diverse “posizioni del Sé”, che si attivano in base ai contesti relazionali. Il problema emerge quando: 

  • il Sé attuale è cambiato (più autonomo, più consapevole, più differenziato),
  • ma il contesto relazionale continua a evocare e rinforzare un Sé precedente.

 Questo è il terreno su cui nasce l’identity jet lag. 

Perché il Natale è un potente attivatore di Identity Jet Lag

Il Natale riunisce tre fattori critici che lo rendono un contesto ad altissima densità identitaria. 

1. Riattivazione dei ruoli familiari originari 

Durante le festività si ritorna spesso nei luoghi dell’infanzia, fisici e simbolici. Questo facilita la riattivazione automatica di ruoli precoci: 

  • “il figlio responsabile”
  • “la bambina che non deve deludere”
  • “quello che crea problemi”
  • “quella che si adatta”

Anche quando la persona ha costruito altrove un’identità adulta e autonoma, il sistema familiare tende a mantenere una coerenza interna, riproponendo le stesse aspettative implicite.  

2. Aspettative normative e mito della famiglia felice 

Il Natale è carico di prescrizioni emotive: bisogna essere uniti, grati, sereni, presenti. Questo rende più difficile legittimare emozioni come: 

  • rabbia
  • ambivalenza
  • distanza
  • noia
  • tristezza

Quando l’esperienza interna non coincide con il copione culturale, il soggetto può sperimentare un senso di colpa o di inadeguatezza: “Dovrei sentirmi diverso”

3. Collasso temporale: il passato che invade il presente 

Il Natale funziona come un dispositivo di collasso temporale: storie, rituali e dinamiche familiari riattivano memorie emotive che non appartengono solo al ricordo, ma al corpo e al sistema affettivo. Questo può generare la sensazione di: 

  • “regredire”
  • “non riconoscersi”
  • “perdere competenze emotive”

In realtà, non si tratta di una vera regressione, ma di un conflitto tra identità sincroniche

Manifestazioni cliniche dell’Identity Jet Lag natalizio

A livello clinico, l’identity jet lag può esprimersi attraverso: 

  • irritabilità sproporzionata
  • senso di estraneità verso se stessi
  • aumento dell’ansia sociale o somatica
  • vissuti depressivi transitori
  • acting out o ritiro relazionale
  • riattivazione di schemi maladattivi (sottomissione, compiacenza, evitamento)

Nei pazienti con storie di attaccamento insicuro o disorganizzato, il Natale può anche riattivare strategie controllanti o vissuti di minaccia relazionale. 

Identity Jet Lag non significa “non essere cresciuti”

Un punto cruciale, soprattutto in terapia, è decostruire l’idea che questo vissuto indichi una fragilità o un fallimento evolutivo. Al contrario: l’identity jet lag è spesso il prezzo psicologico della crescita. Il disagio emerge proprio perché l’identità è cambiata, mentre il contesto relazionale è rimasto fermo o fatica ad aggiornarsi. 

Implicazioni cliniche e terapeutiche 

In psicoterapia, il lavoro sull’identity jet lag può includere: 

  • normalizzazione del vissuto
  • distinzione tra Sé attuale e Sé evocato dal contesto
  • lavoro metacognitivo sulle posizioni del Sé
  • legittimazione del diritto alla distanza emotiva
  • costruzione di confini relazionali realistici

Particolarmente utile è aiutare il paziente a sviluppare una narrazione integrata, in cui il Sé del passato venga riconosciuto senza dover essere riabitato. 

Conclusione 

Il Natale non è solo una festa: è un potente amplificatore identitario. Per molte persone rappresenta un momento di passaggio in cui il presente entra in attrito con il passato. Riconoscere l’identity jet lag significa offrire una chiave di lettura meno colpevolizzante e più evolutiva del disagio natalizio: non un ritorno indietro, ma il segnale che qualcosa, dentro, è andato avanti.

Dott. Charbel Farah - Psicologo

Riferimenti

Il termine non è codificato come diagnosi, quindi i riferimenti sono teorici e clinici di supporto (identità, Sé, contesto, attaccamento, narrazione).

Riferimenti su identità, Sé e contesto

  • McAdams, D. P. (2001). The psychology of life stories. Review of General Psychology, 5(2), 100–122.
    → Fondamentale per il concetto di Sé narrativo e identità come costruzione dinamica.
  • Hermans, H. J. M., & Kempen, H. J. G. (1993). The dialogical self. Academic Press.
    → Base teorica dell’identità dialogica e delle “posizioni del Sé” attivate dai contesti.
  • Bruner, J. (1990). Acts of Meaning. Harvard University Press.
    → Il ruolo delle narrazioni e della cultura nella costruzione del significato e dell’identità.

Riferimenti su attaccamento, famiglia e riattivazioni relazionali

  • Bowlby, J. (1988). A secure base. Routledge.
    → Il ritorno ai contesti familiari come riattivazione dei modelli operativi interni.
  • Liotti, G., & Farina, B. (2011). Sviluppi traumatici. Raffaello Cortina.
    → Riattivazione degli stati del Sé e strategie relazionali nei contesti di attaccamento.
  • Byng-Hall, J. (1995). Rewriting family scripts. Guilford Press.
    → Le famiglie tendono a mantenere ruoli e copioni, anche quando l’individuo è cambiato.

Riferimenti su continuità, cambiamento e integrazione del Sé

  • Siegel, D. J. (2012). The developing mind. Guilford Press.
    → Integrazione come obiettivo dello sviluppo psicologico.
  • Dimaggio, G., & Semerari, A. (2004). I disturbi di personalità. Laterza.
    → Metacognizione, stati del Sé e coerenza narrativa.
  • Guidano, V. F. (1991). The self in process. Guilford Press.
    → L’identità come processo in continuo adattamento.

Nota metodologica 

Il termine identity jet lag è utilizzato come costrutto clinico-metaforico, utile a descrivere esperienze soggettive di disallineamento identitario in specifici contesti relazionali, pur non costituendo una categoria diagnostica formale.

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