
Il Natale è spesso rappresentato come un tempo di calore, appartenenza e continuità. Eppure, per molte persone, le festività diventano un periodo emotivamente faticoso, segnato da disagio, irritabilità, tristezza o senso di estraneità. Non di rado i pazienti portano in seduta frasi come: “Quando torno a casa per Natale mi sento diverso da come sono durante l’anno”, oppure “È come se tornassi indietro nel tempo”. Una delle chiavi concettuali più utili per comprendere questo fenomeno è quella di identity jet lag: una forma di disallineamento identitario che emerge quando i contesti relazionali del presente entrano in collisione con versioni passate del Sé.
Il termine identity jet lag non indica una diagnosi clinica, ma un costrutto psicologico descrittivo sempre più utilizzato in ambito clinico e divulgativo per indicare: uno stato di disorientamento soggettivo che si verifica quando l’identità attuale di una persona entra improvvisamente in un contesto che richiama ruoli, aspettative e rappresentazioni del Sé non più coerenti con il suo sviluppo attuale. Il riferimento metaforico al jet lag è particolarmente efficace: così come il corpo impiega tempo per riallinearsi a un nuovo fuso orario, anche l’identità può entrare in uno stato di “sfasamento” quando viene riportata bruscamente in un contesto relazionale del passato.
Identità come processo, non come struttura fissa
Dal punto di vista psicologico, l’identità non è un’entità statica, ma un processo dinamico e contestuale, che si costruisce nel tempo attraverso:
La ricerca sul Sé narrativo (McAdams) e sull’identità dialogica (Hermans) mostra come ciascuno di noi mantenga diverse “posizioni del Sé”, che si attivano in base ai contesti relazionali. Il problema emerge quando:
Questo è il terreno su cui nasce l’identity jet lag.
Il Natale riunisce tre fattori critici che lo rendono un contesto ad altissima densità identitaria.
1. Riattivazione dei ruoli familiari originari
Durante le festività si ritorna spesso nei luoghi dell’infanzia, fisici e simbolici. Questo facilita la riattivazione automatica di ruoli precoci:
Anche quando la persona ha costruito altrove un’identità adulta e autonoma, il sistema familiare tende a mantenere una coerenza interna, riproponendo le stesse aspettative implicite.
2. Aspettative normative e mito della famiglia felice
Il Natale è carico di prescrizioni emotive: bisogna essere uniti, grati, sereni, presenti. Questo rende più difficile legittimare emozioni come:
Quando l’esperienza interna non coincide con il copione culturale, il soggetto può sperimentare un senso di colpa o di inadeguatezza: “Dovrei sentirmi diverso”.
3. Collasso temporale: il passato che invade il presente
Il Natale funziona come un dispositivo di collasso temporale: storie, rituali e dinamiche familiari riattivano memorie emotive che non appartengono solo al ricordo, ma al corpo e al sistema affettivo. Questo può generare la sensazione di:
In realtà, non si tratta di una vera regressione, ma di un conflitto tra identità sincroniche.
A livello clinico, l’identity jet lag può esprimersi attraverso:
Nei pazienti con storie di attaccamento insicuro o disorganizzato, il Natale può anche riattivare strategie controllanti o vissuti di minaccia relazionale.
Un punto cruciale, soprattutto in terapia, è decostruire l’idea che questo vissuto indichi una fragilità o un fallimento evolutivo. Al contrario: l’identity jet lag è spesso il prezzo psicologico della crescita. Il disagio emerge proprio perché l’identità è cambiata, mentre il contesto relazionale è rimasto fermo o fatica ad aggiornarsi.
In psicoterapia, il lavoro sull’identity jet lag può includere:
Particolarmente utile è aiutare il paziente a sviluppare una narrazione integrata, in cui il Sé del passato venga riconosciuto senza dover essere riabitato.
Il Natale non è solo una festa: è un potente amplificatore identitario. Per molte persone rappresenta un momento di passaggio in cui il presente entra in attrito con il passato. Riconoscere l’identity jet lag significa offrire una chiave di lettura meno colpevolizzante e più evolutiva del disagio natalizio: non un ritorno indietro, ma il segnale che qualcosa, dentro, è andato avanti.
Dott. Charbel Farah - Psicologo
Il termine non è codificato come diagnosi, quindi i riferimenti sono teorici e clinici di supporto (identità, Sé, contesto, attaccamento, narrazione).
Il termine identity jet lag è utilizzato come costrutto clinico-metaforico, utile a descrivere esperienze soggettive di disallineamento identitario in specifici contesti relazionali, pur non costituendo una categoria diagnostica formale.